Tuesday, June 10, 2008

Esperimento ravioli. O tortelli?

Premetto che non li avevo mai fatti prima. Chiamo la mamma e mi faccio spiegare come si fa la pasta all’uovo. Lei è come me, è allergica alle misure e fa tutto a occhio. Segue le ricette a modo suo… ma è un portento in cucina.

Prevedevo già che il marito sarebbe tornato tardi per cena e che quindi avrei avuto un paio d’ore di tempo… frugo nella dispensa, tiro fuori tutto ciò che può essere utile, scruto il congelatore e tiro fuori due piccole orate congelate fresche, le metto a scongelare nel microonde.

Prendo due uova, le apro in una grande ciotola, una presa di sale, mezzo bicchiere d’acqua e le sbatto bene; spolvero dentro un po’ di farina di grano duro, doppia macinatura, aggiungo un po’ d’acqua ancora e sbatto, poi aggiungo ancora farina e continuo a mescolare finché tutti i grumi non sci sciolgono bene.

Intanto metto a bollire le orate con acqua e una cucchiaiata di aceto balsamico.

Levo la frusta dall’impasto, verso sopra un po’ di farina doppio zero ed inizio ad impastare con le mani, aggiungo farina e impasto con le mani finché il composto non la smette di essere appiccicoso. Tiro fuori la macchina per la pasta ereditata dalla nonna del marito.

Tolgo le orate dal fuoco e metto la pentola sotto il getto dell’acqua fredda per cambiare la temperatura del pesce. Lascio raffreddare un paio di minuti e poi metto il pesce a sgrondare su una grata.

Pulisco per benino la macchina ed inizio a passare e ripassare pezzi di pasta della grandezza di un mandarino partendo dalla misura più grande del rullo stringendolo via via finché non raggiungo lo spessore desiderato; metto le strisce di pasta a riposare su un canovaccio.

Pulisco a mano il pesce in una ciotola, via la pelle, le lische, sminuzzo bene i filetti. Trito erba cipollina e mentuccia fresche del mio giardino che aggiungo al pesce, sale, aglio in polvere, prezzemolo tritato, passata di pomodoro ed amalgamo bene.

Con una formina di plastica rotonda, di quelle che si chiudono a libro, prendo le misure sulle strisce di pasta, la premo sopra e poi con un coltello taglio pasta a strisce. La formina deve essere sempre bene infarinata. Passo la parte esterna della pasta sulla farina, quella che rimarrà all’esterno del raviolo e l’adagio sulla formina, metto un po’ del ripieno al centro, della grandezza di una nocciola, e chiudo la formina, stringo bene, apro ed oplà il raviolo è fatto. Ne sono venuti fuori una cinquantina, quindi giusti per 3 persone di buon appetito. Basterebbero per 4 se si serve anche un secondo.

Lessati in acqua salata per almeno 7/8 minuti, conditi con un sugo di pomodoro fresco… una leccornia! Deliziosi, non male come primo esperimento!!! Domani posto la foto!