Saturday, August 19, 2006

Marmellata di more e pere alla cannella

Se andate a fare una passeggiata in campagna, uscite un po' dalle stradine asfaltate e infilatevi nei sentieri battuti. Là, negli incolti, le dita uncinate dei rovi selvatici si aprono al cielo offrendo generosamente i loro succosi e gustosi frutti: le more. Adesso è tempo anche del fiore del finocchio selvatico. Approfittate per raccoglierlo e metterlo ad essiccare a testa in giù in un luogo caldo e asciutto: vi servirà nell'inverno. Non adesso, perchè adesso facciamo la marmellata.
Può anche darsi che vi imbattiate in un pero selvatico e le sue pere adesso sono mature e gustosissime. Raccoglietene quante ne potete, di more e di pere. Una volta a casa, pulite bene le more, togliete il picciolo e lavatele in acqua fresca. Se non sopportate i semi passatele al passaverdura: non al frullatore! Al passaverdura a mano! I semi e le parti dure resteranno lì. Se siete più selvatiche o vagabonde, come me, lasciatele intere. Io non vi darò i "pesi", non ho la bilancia da cucina e nemmeno la comprerò mai! Adoro fare a occhio! Misuro le cose dalla sostanza, dalle reazioni... e con bicchieri, cucchiai, ciotole, vasetti e piatti! Così mi viene più facile rimediare quando il risultato non è quello che voglio!
Vi racconto la mia marmellata.
Ingredienti: Le more, un piatto da minestra. Le pere, piccole, selvatiche, del pero dell'orto del mio papà, mezza insalatiera di quelle grandi, le più grandi. Un limone, un'arancia, due stecche di cannella, circa 250 gr di zucchero di canna - di quello equo e solidale - un kg circa di zucchero bianco fino.
Ho lavato bene le more e le ho buttate nella pentola in cui intendevo fare la marmellata, bella capiente, di acciaio smaltato. Ho lavato le pere in un colino, le ho mondate, private del torsolo e fatte a pezzettini e le ho aggiunte alle more. Ho spremuto il limone, poi l'arancia, ho allungato con un bicchiere d'acqua e ho aggiunto il liquido alla frutta. Ho tolto un po' di scorza al limone e all'arancia, le ho fatte a striscioline e le ho messe dentro al tegame con due stecche di cannella. Ho acceso il fuoco, basso basso ed ho iniziato a mescolare con un cucchiaio di legno. Ho lasciato la pentola al suo destino per una quindicina di minuti ritrovando le pere tutte rosse e le more quasi liquidificate. Prima di aggiungere lo zucchero di canna, ho tolto le stecche di cannella. Mescola mescola ho alzato il fuoco ed ho aggiunto anche lo zucchero bianco e mescolando ancora mi sono resa conto che si liquidifica. Attenzione ad assaggiare, lo zucchero si liquidifica ed ha un calore simile alla lava di un vulcano! Non abbiate paura che la vostra marmellata sia troppo liquida, perchè quando si raffredderà diventerà densa. Da quando ho aggiunto lo zucchero a quando ho spento il fuoco è passata circa un'ora. Mescolate di tanto in tanto per evitare che si attacchi, soprattutto verso la fine. Preparate dei vasetti di vetro, ben lavati ed asciutti. Vanno benissimo quelli che avrete messo da parte in precedenza, quelli dei sottaceti, dei sottoli, della marmellata industriale. Invasate la marmellata cinque minuti dopo che avete spento il fuoco: con l'aiuto di un romaiolo (ramaiolo in italiano, in toscano si dice romaiolo) riempite i vasetti, chiudeteli subito e metteteli a testa in giù... andranno in sottovuoto da soli. Attenzione: bruciano, sono incandescenti, ustionano! Poi non dite che non ve l'ho detto! A me ne sono venuti fuori 3 vasetti da 400 gr e una ciotolina da consumare a breve. DELIZIOSA! E' chiaro che è diversa da qualla a cui siamo abituati dal supermercato, ma se siete consumatori abituali di marmellata... vedrete che da quella del supermercato alla vostra riuscirete a fare il passaggio... dalla vostra a quella industriale no, non tornerete più indietro!

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